Nel 2009 un terremoto ha colpito L’Aquila e i 57 comuni del cratere abruzzese.

Questo è stato il primo di una serie di eventi sismici che hanno sconvolto l’arco dell’Appennino centrale del nostro paese e che si distinguono per  profonde differenze nella gestione delle emergenze, delle ricostruzioni e delle scelte sul rilancio socio-economico dei territori.

Ad oltre dieci anni da quel tragico evento non è stato fatto abbastanza per mettere al centro di ogni agenda politica, locale o nazionale, il tema della riduzione del rischio articolandolo nella prevenzione e mitigazione, nel coinvolgimento e nella preparazione delle comunità che vivono nei territori vulnerabili.

Per questo abbiamo sentito la necessità di affrontare in maniera organica la questione delle ricostruzioni, considerando contestualmente tutti gli aspetti relativi a eventi sismici e ai disastri naturali, che nel nostro paese si ripetono con drammatica ciclicità, quali la gestione dell’emergenza, la prevenzione, la ricostruzione e lo sviluppo dei territori colpiti o vulnerabili in un’ottica di riduzione del rischio.

La nostra visione e il nostro approccio si basano sui diritti umani e sul principio di equità.

Fino ad oggi infatti è mancata in Italia una “politica nazionale per la riduzione del rischio, per le ricostruzioni materiali e socio-economiche dei territori colpiti”.

Al verificarsi di ogni nuovo evento calamitoso, l’impianto normativo è stato riscritto producendo molteplici conseguenze negative:

  • incertezza dei cittadini in merito ai propri diritti e dunque diffuso senso di ingiustizia;
  • significative disuguaglianze fra i diritti di ristoro e di partecipazione alle decisioni riconosciuti ai cittadini nei diversi eventi;
  • dispersione del patrimonio di conoscenze e competenze che si acquisiscono a seguito di ogni disastro, e moltiplicazione e disomogeneità della produzione legislativa e regolamentare;
  • allungamento dei tempi di ricostruzione;
  • impreparazione nel costruire strategie di sviluppo post‐disastro che accompagnino e indirizzino la ricostruzione.

Pertanto riteniamo fondamentale e urgente promuovere politiche eque accompagnate da una governance multilivello, inserite in un disegno di partecipazione delle cittadine e dei cittadini alle decisioni, codificate in una norma permanente, dotate di una struttura amministrativa stabile, che possano quindi tradursi in diritti certi per i cittadini e le cittadine in merito a “cosa, come e a carico di chi”.

Insieme a tutte e tutti coloro che sappiamo sentono la stessa esigenza nel corso del 2019 ci siamo impegnati a raccogliere contributi, analisi e proposte, ad elaborarle collettivamente per consegnarle al Governo, dando vita a un vero dibattito pubblico diffuso che su queste tematiche spesso è mancato.

Per farlo abbiamo dato vita alla campagna #SicuriPerDavvero, attraverso la realizzazione  di numerosi eventi territoriali con le comunità colpite e vulnerabili e la raccolta di contributi on line.  

L’obiettivo è stato quello di creare spazi di incontro e scambio tra esperienze e saperi, partendo dal presupposto che sono tanti gli enti, le istituzioni, le professionalità, le banche dati, le pratiche significative, le associazioni e i comitati territoriali, le persone che su ogni aspetto del ciclo di gestione del rischio hanno da dire e da condividere.

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