SIS.M.I.CO. è l’acronimo di un programma di attività che ActionAid ha messo in atto subito dopo il sisma del 24 agosto 2016, il primo sisma del cosiddetto terremoto del Centro Italia che tra agosto 2016 e gennaio 2017 ha colpito la Valle del Tronto, i Monti Sibillini, i Monti della Laga e i Monti dell’Alto Aterno con 4 violente scosse, provocando la morte di 299 persone e ingenti danni, unendo quattro regioni d’Italia (Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo) in una catastrofe, un presente da ricostruire e un futuro da ripensare.

ActionAid è dunque intervenuta con il SIStema di Monitoraggio, Informazione e Collaborazione (SIS.M.I.CO.) per supportare l’emersione e l’ascolto dei bisogni delle comunità locali, per agevolare il dialogo tra queste ultime e le istituzioni, per garantire informazione trasparente e monitorare la gestione dell’emergenza e della ricostruzione.

Il programma è composto da diverse attività, la maggior parte delle quali nate per rispondere alle esigenze delle comunità locali via via rilevate attraverso il lavoro di campo.
Questo contributo non intende entrare nel dettaglio di tutte le attività realizzate e in corso, ma solo darne una panoramica, ritenendo più utile approfondire quelle che hanno determinato elementi di apprendimento non solo per la nostra organizzazione.

SIS.M.I.CO. in sintesi


Le attività di SIS.M.I.CO. possono essere suddivise in quattro gruppi: i servizi di supporto alle comunità e all’associazionismo, l’attività con le scuole, una piattaforma on line, il dialogo con le istituzioni.
ActionAid ha supportato la costituzione di alcune realtà associative del territorio di Arquata del Tronto, Camerino e Accumoli, dando poi un accompagnamento di lungo periodo volto all’identificazione dei bisogni, alla progettazione di attività e alla valorizzazione del protagonismo dei cittadini.

Una scuola e due laboratori di monitoraggio e azione civica sono stati rivolti a tutti i cittadini e le cittadine in tre diverse parti dell’area terremotata: la scuola ha fornito conoscenze e strumenti generali sul monitoraggio civico, i due laboratori successivi si sono invece focalizzati sul monitoraggio di servizi e edifici di Camerino indicati dagli stessi partecipanti ai laboratori, tra i quali i servizi socio sanitari e il patrimonio edilizio pubblico .

L’attività con le scuole è stata rivolta tanto agli insegnanti quanto agli alunni e alle alunne.
Ai docenti è stato dedicato l’incontro formativo “A scuola di resilienza: apprendere e insegnare dopo una catastrofe” (in rete con il MIUR e le numerose organizzazioni attive sul territorio) per sostenerli nell’avvio d’anno scolastico forse più complesso della loro carriera, anche attraverso un confronto con insegnanti, dirigenti e genitori dell’Aquila, portatori di indicazioni e consigli derivati dalla loro precedente esperienza.
Gli alunni sono stati coinvolti in attività molto diverse e diffuse. A Camerino in particolare il progetto “METE, Percorso di riscoperta della memoria e dell’idEntità Territoriale localE” ha coinvolto 502 alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado dell’Istituto Comprensivo Ugo Betti in un’attività che, attraverso il ricordo dei “luoghi del cuore”, ha lavorato sul recupero della connessione con il proprio territorio e con la propria comunità. A Camerino è stato creato anche un Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze che elabora proposte per la ricostruzione e lo sviluppo del territorio da sottoporre al Consiglio Comunale “degli adulti”. Nell’Istituto Comprensivo di Pieve Torina è stato invece avviato un percorso di immaginazione e ripensamento dei luoghi e delle strutture scolastiche affinché anche i più giovani potessero dare il loro contributo alla ricostruzione degli spazi a loro destinati.

Lo spazio d’azione di SIS.M.I.CO. è anche digitale. La piattaforma Terremoto Centro Italia è stata pensata per aggregare e diffondere notizie su emergenza e ricostruzione, esprimere richieste di aiuti o fabbisogni. La piattaforma è divenuta effettivamente uno spazio di informazione e di incrocio tra domanda e offerta per la risoluzione di specifici problemi e bisogni tramite forme di attivismo digitale traducibili offline in azioni concrete.

L’attività di campo off line e on line è stata accompagnata anche da attività di policy e lobby. Il Policy Lab “Se l’Italia tornasse a tremare” ha visto confrontarsi diversi esperti sui processi decisionali, politici, normativi ed economici che hanno coinvolto l’italia nella risposta alle emergenze post sisma e nelle ricostruzioni. Inoltre all’interno del Festival della Partecipazione lo scorso ottobre l’evento “Per una politica pubblica della ricostruzione e dello sviluppo post sisma” ha portato 40 amministratori, ex amministratori, rappresentanti di associazioni e comitati, cittadine e cittadini dei 7 territori terremotati degli ultimi 50 anni a definire insieme indicazioni per una auspicabile politica pubblica sulla ricostruzione post sisma, assente nel nostro paese e quanto mai necessaria.

SIS.M.I.CO. ha lavorato dunque sin dal giorno successivo alla prima scossa mettendo in campo interventi che non sono solo riposte alla prima emergenza, ma che accompagnano le comunità locali in un percorso di medio-lungo periodo. Gli interventi che assumono questa prospettiva temporale, e che vanno oltre la risposta all’emergenza, creano le condizioni per un allargamento costante della partecipazione e per una risposta più mirata ai bisogni delle comunità locali che mutano nel corso del tempo e nel passaggio da fase di emergenza a fase di ricostruzione.

Mettere in campo questo tipo di attività è fondamentale per alimentare alcune componenti chiave della resilienza di comunità: le conoscenze e gli atteggiamenti individuali, familiari e comunitari riguardanti l’autosufficienza e l’auto-aiuto; la comunicazione efficace del rischio; il livello di integrazione sociale delle organizzazioni governative e non governative nella pianificazione della ricostruzione; la coesione sociale tra i membri della comunità (Chandra et al., 2011).

Terremoto Centro Italia. Cosa rivela una spazio digitale della vita post catastrofe


La piattaforma Terremoto Centro Italia è nata grazie alla collaborazione tra ActionAid e una community di attivisti digitali, in particolare Matteo Fortini e Matteo Tempestini. La piattaforma è operativa dal settembre 2016, circa due settimana dopo la prima scossa del 24 agosto, con l’intento di creare uno spazio facilmente accessibile per diffondere notizie, condividere richieste e offerte di aiuti o bisogni particolari, allargando il raggio della risposta possibile a chiunque accede alla piattaforma, a prescindere dalla propria collocazione fisica. Tra il 10 settembre 2016 e il 10 gennaio 2019 sulla piattaforma sono state caricate 2678 “segnalazioni”. Il numero di segnalazioni giornaliere in seguito agli eventi sismici più importanti è arrivato a 140 circa (Fortini, Tempestini, 2018).

L’analisi dei contenuti delle segnalazioni permette di conoscere le tipologie dei bisogni manifestati, delle risposte e delle offerte di aiuto, dando indicazioni utili sulla gestione di future emergenze e ricostruzioni.
Le 2678 segnalazioni possono essere raggruppate in 10 macro categorie, due delle quali raccolgono più di due terzi delle segnalazioni totali.

La prima macrocategoria per numero di segnalazioni è quella che riguarda le informazioni. Sono ben 1496 le segnalazioni che contengono diverse tipologie di informazioni: sulle procedure burocratiche per la ricostruzione (752), informazioni su eventi di animazione e campagne di raccolta fondi o beni di prima necessità (574), annunci e informazioni sulla nascita di nuove associazioni (37), su servizi disponibili come servizi di supporto psicologico, ambulatori, sportelli postali, presidi veterinari (72), informazioni su attività commerciali che riaprono (23), informazioni sulla viabilità e la mobilità (38).

Non sorprende l’ammontare di informazioni sulle procedure burocratiche per la ricostruzione se si considera il numero elevatissimo di ordinanze emanate nei diversi territori e dai diversi livelli amministrativi in assenza di una legislazione nazionale unica per la ricostruzione. Inoltre, se associamo a questa macro categoria delle informazioni (1496) anche la macro categoria relativa alla segnalazione di fake news (15), emerge la necessità diffusa di uno spazio autogestito e affidabile di scambio di informazioni che evidentemente ha trovato nella formula della piattaforma on line una forma adeguata.

La seconda macro categoria per numero di segnalazioni è quella relativa alle soluzioni abitative (506). Tredici segnalazioni sono domande di case in affitto nella zona del cratere sismico, molte di più sono le domande di camper, roulotte o container in prestito o in regalo (64), quasi del tutto soddisfatte dalle offerte di soluzioni abitative mobili (53). In questa macro categoria rientra un altro dato che esemplifica la portata della generosità: 376 segnalazioni contengono offerte di case e camere da parte di famiglie da ogni parte d’Italia che mettono a disposizione seconde case o parte della propria abitazione. La domanda di soluzioni abitative però è quasi sempre riferita ad un perimetro geografico che permette di rimanere vicini al proprio paese, ragion per cui queste offerte di soluzioni abitative in territori lontani dal cratere sismico non trovano spesso un riscontro.

Un’altra macrocategoria di segnalazioni, meno rilevante per numero, ma rilevante per le indicazioni che fornisce è quella relativa al lavoro. Sono 113 in totale le segnalazioni rientranti in tale macrocategoria che sorprende per le 62 segnalazioni contenenti offerte di lavoro a fronte di 2 sole segnalazioni contenti domanda di lavoro. Domanda e offerta di lavoro volontario invece si compensano: 25 segnalazioni, inserite sia da privati che da enti pubblici, richiedono supporto volontario per lavori di manovalanza e lavori tecnici (richiesta di architetti e ingegneri), 24 sono le offerte di lavoro volontario, sebbene prevalentemente di manovalanza. La necessità di figure tecniche qualificate quali ingegneri e architetti, soprattutto a ridosso degli eventi sismici, diventa dunque importante e non colmabile con le risorse presenti sul territorio, tecnici comunali e liberi professionisti.

Un bisogno manifestato, ma non adeguatamente coperto dalle offerte risolutive è quello che riguarda i mezzi di trasporto per persone e cose. In questa macrocategoria, nella quale troviamo 27 segnalazioni, 18 persone richiedono dei mezzi di trasporto in regalo o in prestito perché i propri sono andati distrutti, solo 9 segnalazioni offrono una soluzione a tale bisogno. Più ricca è la macro categoria relativa ai vestiti e ai beni di prima necessità. Delle 186 segnalazioni totali, 102 segnalazioni contengono domanda di vestiti, scarpe, arredi ed elettrodomestici, in particolare stufe e asciugatrici, 84 segnalazioni rispondono offrendo vestiti, scarpe, saponi, cibo, ma in misura residuale vengono offerte stufe, gruppi elettrogeni ed elettrodomestici.

La piattaforma è stata usata anche per segnalare edifici pericolanti da mettere in sicurezza (21), per chiedere supporto economico o tecnico per la riapertura di attività commerciali e lavorative (30), per promuovere gite turistiche e prodotti tipici tentando la via dell’ecommerce (29).

La decima macro categoria, che raccoglie 235 segnalazioni, è difficilmente definibile per l’etereogenità delle segnalazioni inserite: da segnalazioni off topic a considerazioni personali sui processi di emergenza e ricostruzione. In questa macrocategoria rientrano però anche diverse segnalazioni relative a domanda e offerta di spazi e cibo specifico per animali.

Le potenzialità del web come strumento di mobilitazione post catastrofe sono emerse anche nel periodo post uragano Katrina a New Orleans, durante il quale molti blogger hanno creato delle connessioni virtuali tra loro, divenendo un punto di riferimento importante per la divulgazione di informazioni. Attraverso la cosiddetta “Katrina Bloggers Community”, i blogger sono diventati fautori di diverse azioni civiche off line, attraverso la mobilitazione di essi stessi e dei loro lettori (Ortiz, Ostertag, 2014).

In Italia ci sono altri esempi di ingaggio dei cittadini attraverso il web. Gli stessi attivisti digitali promotori, con ActionAid, di Terremoto Centro Italia hanno ideato la piattaforma Italia a Fuoco che permette ai cittadini di condividere informazioni utili e verificate sugli incendi che affliggono l’Italia in estate.

Due progetti europei inoltre sono esempi di ingaggio diretto dei cittadini come segnalatori e osservatori: WeSenseIt e I-React.
WeSenseIt sperimenta un sistema di monitoraggio delle piene fluviali attraverso la combinazione di dati rilevati tramite sensori fisici e dati generati dai cittadini con l’uso di social network e di applicazioni per smartphone appositamente progettate. Attualmente è stato sperimentato a Vicenza, a Delft in Olanda e a Doncaster in Gran Bretagna.

I-React è una piattaforma che integra dati utili per la gestione dei rischi naturali, soprattutto alluvioni e incendi boschivi, provenienti da diverse fonti (social media, applicazioni mobile, sistemi informativi esistenti, immagini da satellite, foto e video da UAV, dispositivi wearable smart), per permettere in tempo reale a cittadini, operatori di protezione civile e professionisti del settore di prevenire e agire in modo più efficace in caso di disastri naturali.

La piattaforma Terremoto Centro Italia è dunque una ulteriore conferma di come il web possa divenire una importante struttura virtuale di mobilitazione post catastrofe, favorendo meccanismi di solidarietà e cooperazione che alimentano la coesione sociale. Tale modello, nato come risposta dal basso alle esigenze post sisma, può essere di supporto agli strumenti operativi istituzionali, integrando fonti informativi differenti che permettono di rispondere in modo tempestivo ai bisogni delle comunità locali.

Il Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze di Camerino


Il Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze (CCRR) è un percorso di educazione civica nato in Francia alla fine degli anni Settanta e previsto dalla Convenzione sui diritti del fanciullo dall’inizio degli anni NovantaActionAid ha sperimentato questo strumento prima in India e poi in Italia, con lo scopo di creare per i ragazzi e le ragazze degli spazi di partecipazione alla vita della propria comunità, facendo far loro l’esperienza dell’impegno da cittadini responsabili.

Nel contesto del post sisma, in assenza di processi partecipativi per la ricostruzione dedicati ai più giovani, ActionAid ha lavorato con le classi quinte e con le classi della scuola secondaria di primo grado dell’istituto comprensivo U. Betti di Camerino per creare un Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze che divenisse un interlocutore del Consiglio Comunale degli adulti per lo sviluppo e la ricostruzione di Camerino.

Dopo alcuni incontri propedeutici sulle strutture organizzative e governative degli enti comunali e dei consigli comunali, le classi hanno studiato e applicato il regolamento previsto per la creazione dei Consigli Comunali dei Ragazzi e delle Ragazze creando liste e programmi elettorali. Nell’aprile 2018 si sono svolte le elezioni e il 15 maggio 2018 è avvenuta la proclamazione delle 21 cariche, tra sindaco, vicesindaco e consiglieri.

Dopo la proclamazione, il programma per il biennio 2018-2020 è stato rivisto, cercando di integrare proposte sostenute da diverse liste elettorali. Così si è giunti alle definizione di tre proposte di attività da organizzare e tre richieste: il torneo degli sport, la sagra della pasta di Camerino, la giornata di pulizia degli spazi pubblici, la richiesta di strade asfaltate e illuminate in tutte le frazioni di Camerino, la richiesta di un cinema all’aperto, la richiesta di armadietti personalizzati nelle nuove scuole.

Le proposte sono state presentate ufficialmente al Consiglio Comunale degli adulti e adesso il CCRR e il Consiglio Comunale degli adulti si stanno confrontando per avviare le attività fattibili e ripensare quelle meno fattibili, in modo da andare incontro ai desideri e ai bisogni dei ragazzi. Inoltre Il Consiglio Comunale degli adulti ha assegnato al il CCRR un piccolo budget, in modo che si cimenti anche con la gestione di risorse economiche e con il render conto delle proprio scelte.

“Dal percorso del CCRR ho imparato a lavorare in gruppo, a ragionare sulla scuola e sul territorio dove vivo e ho capito meglio come funziona un comune. Forse mi vergogno un pochino a dire quello che pensiamo noi al Consiglio degli adulti, ma l’idea di farlo come gruppo CCRR mi aiuta e mi piace” Le parole di Sofia, vicesindaco del CCRR, portano dritte al punto: i processi partecipativi che lavorano sull’empowerment come capacitazione, cioè come aumento delle capacità di elaborazione e invenzione e come aumento delle possibilità di contare (Bobbio, 2007), sono fondamentali per la resilienza delle comunità.

Sebbene le proposte e le richieste del Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze non tocchino in modo particolare le problematiche legate al terremoto e alla ricostruzione, ma scaturiscano da sogni e desideri, questi ultimi vanno considerati come rappresentazioni di bisogni inespressi che la fase dell’emergenza e della ricostruzione permettono di condividere ed elaborare. Inoltre le capacità di leggere il contesto ed elaborare proposte e soluzioni collettivamente, sviluppate tramite il percorso del CCRR, si riversano nel loro modo di abitare i luoghi e concepire le relazioni sul lungo termine.

RIs.Co.PE.R.tA. Le anime di Pescara del Tronto.


Pescara del Tronto è una delle frazioni maggiormente colpite dal terremoto: i danni sono stati ingenti al punto che non potrà essere ricostruita dov’era.
L’Associazione Pescara del Tronto 24/08/2016 Onlus è nata subito dopo il terremoto perché“c’era l’esigenza di mantenere un contatto tra le persone e quindi ci è venuta l’idea di incontrarci per fare qualcosa e trovare una voce comune […] nello statuto il punto fondamentale è quello di tenere unita la comunità […], l’altro punto è quello di mantenere il più possibile le persone informate anche se questo è un po’ un problema perché di fatto più passa il tempo e meno ci sono cose da dire per la lentezza con la quale si stanno svolgendo alcune cose sulla ricostruzione. E poi abbiamo iniziato a fare delle attività” così racconta Francesco De Angelis, vice presidente dell’associazione che oggi conta 270 soci.

ActionAid ha supportato il gruppo dei fondatori sin dalla prima assemblea e ha ideato insieme all’associazione, con il supporto del comune, Ris.Co.PE.R.tA. Ricostruire collettivamente PEscara del Tronto Rigenerando la sua Anima con l’obiettivo di coinvolgere la popolazione in un processo di ricostruzione sociale, propedeutico alla ricostruzione fisica, a partire dalle narrazioni sulla cultura, le tradizioni, i ricordi, i luoghi simbolo e le peculiarità paesaggistiche e architettoniche, per arrivare alla condivisione delle difficoltà del presente e disegnare delle linee guida per il futuro del borgo.

Nel mese di maggio ‘18 sono state condotte 40 interviste, individuali e di gruppo, con persone di età compresa tra i 33 e gli 89 anni nell’area SAE di Pescara del Tronto, ad Ascoli Piceno dove vivono molti proprietari di seconde case di Pescara del Tronto e a Pomezia dove vivono persone originarie di Pescara del Tronto. Gli elementi raccolti tramite le interviste sono stati condivisi e rielaborati durante un laboratorio nel quale i partecipanti, attraverso delle discussioni facilitate su tre temi, rappresentati da tre tavoli chiamati “passato, presente e futuro”, hanno sistematizzato la narrazione del passato e individuato dei punti chiave per il futuro. La discussione sul futuro ha fatto emergere in modo palese la diversità nella visione del paese tra persone anziane e i giovani di Pescara del Tronto.

“C’è chi vuole ricostruire tutto uguale e c’è chi ha una visione diversa. Un ragazzino ha detto che vuole la pizzeria. Altre persone gli hanno detto: “ma che ci fai con una pizzeria in un posto così?”. Però se oggi pensiamo di ricostruire un paese dove non è il caso neanche di aprire una pizzeria allora vuol dire che si pensa un paese che è già morto. Che idea di futuro abbiamo? In questo senso è importante questo percorso” racconta Francesco De Angelis. Anche con la divergenza delle visioni dunque si attiva la ricostruzione sociale. RIs.Co.PE.R.tA. “ha organizzato alcuni di quei pochi momenti dove le persone si sono ritrovate con qualcosa da discutere, con l’obiettivo di avere qualcosa da discutere” aggiunge Francesco De Angelis.

La divergenza delle visioni in un contesto così piccolo ha fatto emergere la necessità di creare un percorso con i giovani per ripensare la ricostruzione e lo sviluppo. Ha avuto inizio così “Uno sguardo sul futuro”, percorso pensato insieme alle associazioni di diversi paesi e frazioni Pro Loco, Arquata Potest, ChiediallaPolvere, Pescara del Tronto 24/08/16 per creare un contesto allargato favorevole alla collaborazione tra la popolazione di età compresa tra i 20 e i 45 anni.

Il confronto intergenerazionale rimane assolutamente centrale quando si lavora sulla ricostruzione sociale e si ripensa uno spazio fisico limitato e definito, ma in territori così poco densamente popolati è stato indispensabile allargare lo spazio geografico del coinvolgimento e focalizzarsi anche su una specifica fascia anagrafica per non frenare chi sogna più in grande e non vuole tutto com’era e dov’era, cercando di tessere così anche una “rete anti fuga”.

Conclusioni

  • Un programma di attività come SIS.M.I.CO. genera un continuo flusso circolare tra azione, apprendimento e progettazione. I diversi processi partecipativi attivati, per garantire inclusività ed efficacia, sono stati pensati per aree specifiche e gruppi di persone specifici, con un’attenzione particolare ai bambini, alle bambine e ai giovani. Questo è avvenuto non solo per un formale e importante rispetto del diritto all’ascolto e alla partecipazione sancito dall’art. 12 della Convenzione ONU sui diritti dell’infazia e dell’adolescenza, ma soprattutto perché le attività rivolte ai più giovani fanno loro sentire di essere cittadini e cittadine come gli adulti, generando così un accrescimento del loro senso di responsabilità civica.
  • I processi partecipativi sono stati attivati anche con l’intento di creare le condizioni perché tali processi non si affievoliscano, come spesso accade, nel passaggio dalla fase di emergenza alla fase di ricostruzione. Il supporto alla nascita di associazioni e comitati, la creazione di nuove istituzioni come il Consiglio Comunale dei Ragazzi e dei Ragazzi, gli strumenti del monitoraggio civico creano spazi e condizioni per dei processi partecipativi duratori, legittimando e rafforzando sul territorio interlocutori permanenti della Pubblica Amministrazione. Il dialogo tra i cittadini e la Pubblica Amministrazione va tenuto vivo, costante, alimentato da informazioni accessibili, per non logorare ulteriormente un tessuto sociale già in difficoltà.
  • L’elaborazione dei dati generati da Terremoto Centro Italia fa emergere che la piattaforma è stata molto utilizzata come luogo libero di scambio e verifica di informazioni. Molte persone inoltre si sono aggregate in forme associative riconosciute proprio per lavorare sulla diffusione e la verifica di informazioni, in particolare sul processo di ricostruzione. La volontà di generare, verificare, condividere informazioni ha generato anche la grande partecipazione alla scuola e ai laboratori di monitoraggio civico. L’informazione può dunque essere considerata una spinta importante a prendere parte a processi partecipativi. Questo denuncia la scarsa chiarezza e accessibilità degli strumenti informativi utilizzati nelle fasi di emergeza e la necessità di azioni per la trasparenza e l’accountability.
  • Armonizzare e coordinare gli esiti dei diversi processi partecipativi, anche attraverso la presa in carico da parte degli organi decisionali preposti al processo di ricostruzione, potrebbe far progredire la ricostruzione sociale di pari passo con la ricostruzione fisica, incidendo così sulla resilienza di comunità.
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