Direzione Città Resilienti – Comune di Milano
MITIGATION, PREVENTION
Introduzione:
La Direzione di Progetto Città Resilienti, oltre a essere incardinata all’interno della struttura del Comune di Milano, si inserisce anche in una più ampia cornice che le consente di essere parte di una rete internazionale. Si tratta del network 100 Resilient Cities, costituitosi con l’obiettivo di rafforzare la “resilienza” delle città che vi aderiscono, ovvero di aumentare la loro capacità di affrontare le principali sfide ambientali, sociali ed economiche attraverso lo sviluppo di strategie urbane sviluppate ad hoc.
L’adesione al programma 100 Resilient Cities permette, dunque, alla città di Milano di fare parte di una rete di città che affrontano situazioni simili, incentivando così lo scambio di buone pratiche e il supporto reciproco.
L’adesione al network ha costituito l’incipit di un lavoro estremamente utile in tema di valutazione e costruzione della consapevolezza relativa ai rischi che la città di Milano affronta, considerati come punti di partenza per l’elaborazione di una strategia che aiuti la città ad affrontarli e a mantenersi in una traiettoria di sviluppo innanzi agli stessi.
Di seguito i contributi della Direzione Città Resilienti del Comune di Milano:
- Costituzione di una “Direzione Città Resilienti” in ogni città.
- Utilizzo della metodologia usata dalla Direzione Città Resilienti per individuare gli ambiti di intervento e i principali shock e stress presenti nei contesti urbani.
- Elaborazione di una strategia di resilienza, sistematizzazione di azioni già esistenti e identificazione di nuove progettualità.
Azione 1:
Per contribuire efficacemente alla necessità di ridurre i rischi cui le città sono continuamente sottoposte, si ritiene utile costituire una Direzione Città Resilienti quale organo stabile dell’amministrazione presso ogni città. La suddetta direzione, con la sua funzione trasversale, è in grado di “fare sistema” tra le diverse direzioni che operano nella municipalità per sviluppare sinergie ed evitare che ciascuna unità proceda in autonomia, con il rischio di replicare azioni e lavori.
La Direzione Città Resilienti ha costruito le sue azioni e il suo percorso attuando e provando a concretizzare il principio di sussidiarietà, ovvero avvicinandosi il più possibile ai vari livelli della pubblica amministrazione, dei soggetti esterni e della popolazione, con l’obiettivo di intercettare i diversi punti di vista e farsi porta voce degli stessi.
Una delle virtù del paradigma della resilienza risiede, infatti, anche nella sua capacità di stimolare una profonda riformulazione dei problemi e delle modalità più tradizionali attraverso le quali essi sono stati compresi e trattati fino ad oggi. In questo senso la Direzione Città Resilienti prova a rispondere alla necessità di adottare nuovi modelli e nuovi processi, in grado di operare una nuova sintesi operativa basata sul binomio autorganizzazione/co-organizzazione e sul principio della contaminazione tra diverse tipologie di soggetti, attori e stakeholder, ma anche di ruoli e competenze.
L’obiettivo della direzione è quello di approfondire e integrare quanto già messo in campo dalla pubblica amministrazione ed eventualmente provare a mettere in discussione regole, processi e linguaggi più tradizionali che potrebbero necessitare di un aggiornamento o di una maggiore integrazione con lo scenario urbano contemporaneo, cercando di diffondere tra tutte le direzioni dell’amministrazione un approccio operativo che tenga conto della resilienza quale paradigma di lettura di un sistema complesso come quello della città.
In questo scenario la Direzione prova, dunque, a superare un approccio di lavoro per compartimenti e a realizzare e garantire interventi trasversali e collaborativi. A questo proposito, diventa sempre più rilevante mettere in atto percorsi strutturati di ascolto e partecipazione della città a supporto dei processi di revisione di Piani, di costruzione del consenso, di progettazione di nuove aree e di definizione delle strategie.
Azione 2:
Adottare una metodologia che consenta di riconoscere e mappare rischi, shock e stress che una città o una determinata area o comunità deve affrontare e rispetto ai quali deve costruire strumenti di adattamento. A questo proposito la Direzione di Progetto Città Resilienti ha dato avvio al processo di individuazione e ingaggio degli stakeholder, secondo il modello relativo allo Stakeholder Engagement Plan.
In primis occorre identificare i portatori di interesse dei diversi settori coinvolti (settore governativo nazionale e della città, settore privato e società civile) che rappresentano interessi a livello locale, regionale e nazionale e che possono avere influenza sul percorso di elaborazione della strategia di resilienza di Milano.
La selezione dei soggetti è stata fatta in un’ottica inclusiva, ampia e rappresentativa dei gruppi chiave della città e della regione circostante. Nella scelta dei soggetti sono stati presi in considerazione anche figure già presenti in tavoli di lavoro del Comune in quanto conoscitori delle dinamiche proprie della pubblica amministrazione e dei temi su cui il Comune di Milano ha già avviato interventi e azioni.
Dopo aver lavorato all’identificazione la direzione ha iniziato un processo di coinvolgimento per la costituzione di gruppi di lavoro sui temi che la Direzione intendeva esaminare. In questa fase l’insieme degli stakeholder ha consentito al gruppo di lavoro di godere di molteplici prospettive e approcci, di comprendere in modo approfondito le dinamiche della città, di costruire una visione analitico-interpretativa inclusiva e, allo stesso tempo, di assicurare la massima trasparenza in riferimento a tutto il processo.
In particolare per Milano si sono svolti in tutto 12 incontri: 6 focus group e 6 workshop. I sei focus group si sono svolti nell’arco di un mese con l’obiettivo di raccogliere le perception in tema di shock e stress degli stakeholder chiamati a partecipare agli incontri e, con loro, si è discusso dei sei temi che la Direzione ha identificato come prioritari. A tutti gli stakeholder che hanno preso parte al percorso è stato poi richiesto di compilare un file con la schedatura delle diverse azioni, interne o esterne al Comune di Milano, che potessero essere ricondotte ai temi selezionati. Attraverso le perception e le azioni raccolte, la Direzione ha proceduto con l’identificazione di alcune questioni chiave per ogni tema.
Grazie, dunque, a questi incontri e in seguito a un lavoro di sistematizzazione svolto dalla direzione sono stati dunque discussi e acquisiti:
- i punti di forza e di debolezza sistemici della città;
- le tendenze esogene che hanno impatti crescenti – da qui ai prossimi decenni – sulla città;
- le azioni esistenti – da intendersi come piani, politiche, progetti e pratiche promosse sia dall’amministrazione ma anche da altri attori della città – e che intervengono sui punti di forza e di debolezza e sulle tendenze individuate;
- gli shock e gli stress che producono impatti sugli asset e sulle infrastrutture della città;
- eventuali dati, di natura sia quantitativi sia qualitativi, sulla struttura socio-economica e la governance della città.
A partire da questi dati, il gruppo di lavoro della Direzione ha potuto raccogliere e analizzare tutti gli elementi di conoscenza emersi nella prima fase del programma in vista del percorso di elaborazione della strategia di resilienza e delle relative azioni progettuali.
Azione 3:
Mappare gli shock e stress che la città vive alla luce della metodologia utilizzata e proposta come strumento di lavoro. Shock e stress individuati e percepiti da una città o da un sistema identificano i punti di debolezza rispetto ai quali occorre prestare maggiore attenzione quando si costruisce una strategia. Così gli aspetti identificati diventano i cardini rispetto ai quali la strategia deve intervenire, con l’obiettivo di rafforzare la capacità di una città di reagire positivamente a situazioni impreviste e imprevedibili.
Una volta identificati i punti di forza e di debolezza occorre provare a trasferirli in una mappa che consenta di visualizzarli per affrontarli in un’ottica proattiva e di prevenzione dei rischi in modo da evitare che una città si paralizzi in presenza di un evento rischioso, consentendole invece di costruire un sistema robusto con risorse superiori rispetto al suo fabbisogno naturale in relazione appunto ai tipi di rischi che si devono affrontare.
Il punto di partenza consiste, dunque, nella conoscenza del sistema in cui si intende intervenire. In particolare la Direzione Città Resilienti ha iniziato effettuando una ricognizione di tutte le azioni e i progetti esistenti così da poterli valutare per decidere se implementarli e ampliarli. L’approccio utilizzato e che si ritiene utile condividere è quello che parte, dunque, dal patrimonio esistente e interviene nell’ottica di rafforzare quei progetti già avviati e che si sono rivelati ben strutturati ed efficaci. Le azioni e i progetti identificati dovranno essere messi a sistema e integrati al fine di realizzare uno strumento di lavoro che detti le modalità attraverso cui poter continuare ad operare nel tempo, eventualmente anche in assenza di una Direzione Città Resilienti.
L’obiettivo è che ogni città costruisca una strategia, ovvero un insieme di regole condivise che consentano di coordinare il naturale evolversi di un sistema con una lente resiliente nel modo più efficace e produttivo possibile.